“Abbiamo bisogno di sentire il profumo del Passato per dare il giusto valore al Presente” D. Novac
“We have all the time in the world” Luois Amstrong
Scrivere di Sardegna non è certo insolito, argomento a noi caro, non solo perché il mare cinge e stringe i nostri fianchi, perché questo sandalo di terra cela una storia infinita, irripetibile, nelle sue rocce, nei suoi sedimenti, nel fascino dei paesaggi, unici ed inconsueti, nella musicalità dei suoni, delle parole, dei richiami.In pieno giorno e sotto la magia della luna, la Sardegna resta un approdo reale, in cui immergersi e da cui emergere alla solarità della vita.
“I Sardi, un popolo leggendario” (Delfino Ed.), un mare magnum di riti, segni e simboli nati in una civiltà ormai sommersa, eppure mai spenti ed ancora vivi quanto e come le rocce megalitiche, le torri nuragiche, le domus de janas, i betili, i contos, le paristorias, le tradizioni, i segni della religiosità che da almeno duemila anni prima di Cristo sono ancora fra noi, sempre vivi, attuali e vigili, testimoni solitari di epoche, cambiamenti, civiltà che ci appartengono, se pur lontani nel Tempo e ormai senza Tempo. Con affetto e trasporto, Bonaria ha raccontato un mondo che non ha mai perso il suo cordone ombelicale e anzi continua e rivive nella civiltà odierna come se non volesse essere dimenticato o perduto.
“Sa ‘oghe de su jannile (Rosello Ed), l’antico modo di vivere nel ritrovarsi al primo calar della sera sulla soglia di casa, riaccende il desiderio dei sogni, dei ricordi, dei racconti. “Su jannile”, centro di socialità corale, luogo privilegiato d’incontro, di trasmissione del sapere, respiro profondo e intenso per un passato irripetibile.Tradizioni, amori, sogni, prendevano vita per giovani e vecchi, accoccolati sulle soglie del nostro basalto.“Il villaggio racconta” (Delfino Ed), i nostri Villaggi, i villaggi di un “Continenente” intuizione magnifica di Marcello Serra, rappresentano la cartina di tornasole delle nostre familiarità e diversità. Non solo la soglia di casa ma tutto il villaggio racconta, si muove e vive le stagioni del passato.
Tutta una comunità che non si sottrae alla tradizione, ma ne ripercorre le tappe e anzi si rende protagonista in prima persona; in uno di quegli “atti unici” di pièce teatrale, in cui si recita a soggetto.Le abili mani dell’autrice ci accompagnano nella ricerca della sardità; chiaroscuri di volti, di contos, di emozioni che sfogliano il grande libro delle nostre esistenze; di ciò che siamo stati e di come saremo, grazie ad un passato poderoso se pur “leggendario”.
Giovanna Elies