La Parrocchiale: leggende e cenni di Storia
Una leggenda popolare racconta che gli abitanti della Rocca, distribuiti nei vari rioni “chìrrios” si accorsero di non aver un luogo di culto che li rappresentasse e contenesse tutti. Decisero, di comune accordo, di mettere una statua della Madonna su un carro trainato da buoi e di lasciare che andassero nella direzione voluta dal cielo. Il carro, dopo aver attraversato tutti i rioni di quella che noi oggi definiamo “Osilo antica”, si fermò nello spiazzo a lato della chiesetta di Santa Croce e non ci fu verso di farlo muovere; allora gli abitanti, tutti al seguito, capirono che quello era il posto designato dal Cielo per la costruzione della parrocchiale.
Un’altra leggenda racconta che, dopo la costruzione del Castello, a partire dal territorio di Valle san Lorenzo fino ad arrivare ai piedi della salita per la Rocca vivessero numerosi gruppi di persone (1) a sé stanti, ciascuno dei quali andava a formare una sorta di piccolo Villaggio, con attività proprie, campi e chiesetta. Ma, come spesso accadeva ed accade ancora oggi, le diatribe “sas brigas” tra Villaggi erano frequenti. Per il quieto vivere, le persone implicate nelle diatribe risalivano i pendii e andavano a stazionare nel territorio circostante o risalivano fin sotto il Castello, preferendo quei rioni nei quali si trovavano individui conosciuti, solo in qualche raro caso consanguinei. In genere, risalivano verso la Rocca, ossia migravano, individui spinti da gravi necessità e povertà estreme, ma anche dissidenti e accusati di reati.
Ma anche nei rioni del Castello, la vita non era facile: tanti gruppi divisi, non in guerra, ma tuttavia chiusi in sé stessi. Ognuno frequentava la propria chiesa, vendeva i propri prodotti, si univano in matrimonio fra di loro, coltivavano i loro campi. Un bel giorno, i capi dei rioni “sos printzipales”, stanchi di solitudine e divisioni, decisero di interrompere la solitudine (2) e pensarono di costruire una chiesa che li rappresentasse e contenesse tutti. Poiché ciascun gruppo avrebbe voluto costruire la parrocchiale nel proprio rione, onde evitare controversie ancora più gravi, decisero di sistemare una statua della Madonna (3) sopra un carro tirato da due buoi e di far attraversare tutto il colle. Nello spazio in cui il carro si sarebbe fermato, avrebbero costruito la chiesa. Il carro cominciò a muoversi seguito, in processione, da tutta la popolazione; risalì e ridiscese più volte le strade del colle, finché si fermò in uno spiazzo (4) e non ci fu verso di farlo ripartire. Allora, tutti interpretarono quel segnale come espressione della volontà della Madonna e, subitamente -di tasca propria- diedero inizio alla costruzione della Parrocchiale.
Nella Parrocchia di Osilo eretta a Pievania nel 1550, i sacerdoti accreditati come pievani furono: Baingiu Marcello, Miguel Angelo Oggianu, Toe Manunta e Melchiorre Pinna. In questo periodo e fino al 1800 (5) l’altare maggiore era in legno, dedicato a La Vergine d’Itria (ossia Vergine Odigitria, Colei che mostra il cammino). Ai fianchi stavano, da una parte, la statua di Santa Rosa da Lima (forse a destra), dall’altra la statua di sant’Antonio (non si conosce se sant’Antonio abate o di Padova). Nel 1835, sempre in periodo di Collegiata, l’altare maggiore venne sostituito con un altare in marmo progettato da Giuseppe Monteverde, una sorta di tempietto, nel quale la statua della Immacolata Concezione sostituì quella della Vergine d’Itria. La statua dell’Immacolata Concezione dovrebbe, appunto, risalire al 1835 e, in ogni caso, 19 anni prima che Papa Pio IX proclamasse il dogma che Vergine Maria fosse Immacolata Concezione.
Giovanna Elies
- La formazione di tanti piccoli gruppi in esodo poteva essere la conseguenza dovuta alla chiusura del Monastero di Tergu.
- Oggi si chiamerebbe “distanziamento sociale”
- Molto probabilmente si trattava di una statua della Vergine d’Itria (o Odigitria), statua che rimase sull’altare della parrocchiale fino a oltre il 1° secolo della Collegiata.
- Esattamente dove noi vediamo la chiesa.
- Testo “Osilo” Canonico Liperi Tolu